14 Gen Cosa significa creare energia dai rifiuti?
La riduzione del volume e della massa dei rifiuti solidi è una questione cruciale soprattutto alla luce della disponibilità limitata di aree di smaltimento in molte parti del mondo. Milioni di tonnellate di rifiuti vengono generati ogni anno e la stragrande maggioranza viene smaltita in campi aperti o bruciata negli inceneritori, creando inquinamento atmosferico e ambientale.
Il termine “energia da rifiuti” fino a qualche anno fa si riferiva alla pratica dell’incenerimento dei rifiuti. Oggi sta emergendo una nuova generazione di tecnologie che possiedono il potenziale per creare energia rinnovabile dai rifiuti, inclusi rifiuti solidi urbani, rifiuti industriali, rifiuti agricoli e sottoprodotti industriali.
Le materie prime di scarto possono includere rifiuti solidi urbani (RSU), rifiuti agricoli, come scarti di colture e letame di bestiame, rifiuti industriali di produzione, segherie o altre strutture.
Le tecnologie innovative possono essere utilizzate per produrre biogas (metano e anidride carbonica), syngas (idrogeno e monossido di carbonio), biocarburanti liquidi (etanolo, biodiesel o biocarburante avanzato) o idrogeno puro; questi combustibili possono anche essere convertiti in elettricità.
Sono disponibili numerose tecnologie per separare e smaltire i rifiuti, che vanno da sistemi molto semplici per lo smaltimento dei rifiuti secchi a tecnologie più complesse in grado di trattare grandi quantità di rifiuti industriali. Le vie di conversione dei rifiuti sono generalmente termochimiche o biochimiche, ma possono anche comprendere sostanze chimiche e fisiche. Sono recentemente nate tecnologie di ultima generazione che, oltre al recupero di una notevole quantità di energia, portano a una sostanziale riduzione delle quantità di rifiuti da smaltire, generando uno smaltimento sicuro ed evitando emissioni pericolose e inquinanti per l’ambiente.